sabato 30 marzo 2019

So damn good.


Mi rendo conto giorno dopo giorno, che non interessa a nessuno in fondo di come stai.
Non interessa assolutamente a nessuno.
Quando stai di merda, sei sola, fine.
Che poi non sto di merda, mi sento solo terribilmente vuota, apatica, ed è diverso.





Ecco perchè questa sera egoisticamente mi sono abbandonata tra le braccia di L.
Non per fare l'amore, per parlare, chiacchierare.
Io nemmeno volevo vederlo, ma lo ho fatto scendere fino da me solo per stare in macchina assieme seppur dovesse svegliarsi presto, lui è sceso apposta per me, e questo mi ha fatto bene.

Io sono convinta e mi ripeto sempre che lui non fa per me, non mi piace, non sono innamorata, non credo che tra noi ci sia nulla ma allora perchè mi ha fatto stare così incredibilmente bene?
Che razza di stregoneria è questa?
A baciarci per ore, guardarci negli occhi, farci le carezze stavo dannatamente bene.
Volevo solo VIVERE il momento, non pensare a niente, e così è stato.

Io non so nemmeno cosa c'è fra noi, giuro non lo so, probabilmente nulla.

Forse avevo solo bisogno di affetto, non lo so.
E' che la situazione è troppo complicata, ed io non ho bisogno di complicazioni. Non ora.

giovedì 28 marzo 2019

Get up baby.

Ormai ho capito, devo contare solo su me stessa.
La gente mente.
La gente è bugiarda.
La gente ti usa.
La gente di butta via.

Basta che si accorga quanto tu abbia un animo fragile che si diverte a usarti e stropicciarti come cartapesta. Quindi mi chiedo: a che diamine serve essere fragili, se ti spezzano ancora di più?

Ma oramai rido.
Perchè sapete qual'è il bello di quando tocchi il fondo?
Che poi, puoi solo rialzarti, nulla ti ferisce più di quanto tu già sia ferita e distrutta.

E' come se la linfa vitale avesse ripreso a scorrere nel mio corpo, come se starmene una settimana per i cazzi miei in pace da tutto e da tutti mi avesse restituito forza e vitalità.
Ebbene sì.
A volte la vera medicina, è la solitudine. 
E sì, una bella overdose di cioccolata fondente.
(Ho fatto letteralmente un'overdose, senza mettere su un grammo, spero).

Ieri sera, ieri, mi hanno scritto TUTTI i ragazzi per cui avrei venduto l'anima al diavolo negli ultimi 25 anni della mia vita, nello stesso momento.
E credetemi, non è una cosa che succede tutti i giorni.
Primo tra tutti, Guido. Lo ricordate?
Ma non mi fregava niente, assolutamente niente.
Non provo odio per nessuno, ma nemmeno amore, nulla, ora vengo prima IO, conto prima IO, viene prima la MIA felicità, il MIO benessere.

Perchè ho capito, che se affidi la felicità nelle mani di un'altra persona è un terno al lotto.

Se invece la tua felicità dipende da te, nessuno te la può togliere.

lunedì 18 marzo 2019

better off, in the bottom.


Non avrei mai creduto di poter cadere così a pezzi, di nuovo.
Di essere così fragile, così facile da spezzarmi.

Eppure, lo sono, di nuovo.

La mia corazza di cartapesta costruita inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina ha ceduto il posto all'adrenalina, e poi, a qualcosa che chimicamente non ha nome, ma che si può tranquillamente definire come disperazione.
E a volte mi chiedo seriamente, se sia meglio vivere in un mondo di cartapesta, di soffice cotone, dove sai che è tutto un'illusione ma sei felice, oppure nella mia avvilente realtà, dove tutto va bene, ma dove la mia testa riesce a farmi sentire volutamente all'i n f e r n o.

Cosa scelgo?
Perchè l'alternativa al mio inferno immaginario, la mia ipotetica utopica felicità, altro non è che  venticinque milligrammi di pasticca in più.
E tutto dipende da me.

Aggrapparmi con le unghie alla vita, alla voglia di vivere sepolta a cocci in fondo alla mia anima, o cedere di nuovo alla sensazione paradisiaca di poter vivere con una benda agli occhi e dei tappi alle orecchie, non sentire, non vedere, non soffrire.

Ora ho assaporato la vita, dopo tanto.
Mi piace, le emozioni, ma se non sai gestirle, si avvinghiano e cercano di ucciderti.




Mi viene da vomitare.
Il mio stomaco e il mio intestino sembrano reclamare con furore la pace dei sensi che ho perso da un pezzo aggrovigliandosi, la testa grida, pulsa, il corpo mi fa male, i miei occhi continuano a voler svuotarsi come un torrente in piena, perchè il dolore sembra non avere fine, ed io, che con gli occhi al cielo supplico qualcuno o qualcosa di porre fine a tutto questo.



sabato 9 marzo 2019

Panic.

Urla silenziose le mie, urla che non odono risposta, non dalla persona che vorrei le sentisse.
O forse da nessuno.
A volte mi chiedo solo se leggi queste poche righe.

Oggi pensavo fosse l'ultimo giorno della mia vita, per un attacco di panico.
La sensazione era quella, forse desideravo solo assaporarne la sensazione, di perdere per un attimo la coscienza di tutto.

Ma la cosa più strana è che in tutta la situazione di totale perdita di controllo in preda a cui mi sono ritrovata, non avevo quasi paura.
Ero quasi sollevata di crollare schiava delle mie debolezze, paure, dopo tanto autocontrollo, tanta presunta sicurezza, fiducia, potermi abbandonare al panico, alla logorante tachipnea che sembrava asfissiarmi di secondo in secondo, il cardiopalmo che allentava la mia gola come una mano desiderosa di strangolarmi, lo stomaco colmo di aria, i polmoni saturi di ossigeno che forse non merito nemmeno di poter respirare.
Ebbene sì, eccolo l'attacco di panico, in tutta la sua crudezza.
Poi, d'un tratto mi riprendo.
Mi rendo conto che la mia vita non sta per concludersi, che riesco ancora a respirare, a muovermi, a parlare, a pensare, e riprendo coscienza della situazione.
Ed è come se nulla fosse successo.
Perchè si sa, il cervello tende a rimuovere i residui di ogni ricordo negativo, le cicatrici rimangono solo impresse nell'anima.

E poi, nulla, dopo tutto questo riuscivo a vedere solo le cose belle.
Come se avessi solo avuto solo bisogno di ripulirmi l'anima.
Quindi in fondo, va bene così.

martedì 5 marzo 2019

Tears.

Le lacrime bagnano il mio volto, immotivatamente.
A volte credo di essere un'anima spezzata che non si ricucirà mai, perchè probabilmente è così, non sono capace di essere felice anche quando dovrei esserlo, quando avrei ogni buon motivo per esserlo, tipo essere amata.

Ma sono un'anima spezzata, dal cuore spezzato.
E quando hai l'anima rotta, è difficile, davvero difficile, riuscire ad essere felice.

Ti nutri di quei brevi attimi in cui ogni cosa è meravigliosa, ma poi, il vuoto.

A volte comprendo perfettamente tutte quelle anime che hanno scelto di rinunciare a vivere, per un attimo, un singolo attimo di vuoto, di nulla, apparentemente così egoiste, ma solo così sofferenti, così prive di vita, prive di emozioni, prive di amore.

Il mio amore invece è immenso.
Per la vita. Così immenso, che per sentirmi viva arrivo ad automutilarmi la carne, come se fosse normale.
Credevo di stare meglio, ma è terribile a volte, credevo di farcela, ma non riesco a chiudere gli occhi senza sentire la sofferenza, senza sentire il nulla, la terra mancarmi sotto ai piedi.
Ho incessantemente bisogno di sentire il mio cuore battere.
Ho incessantemente bisogno di sentirmi viva. 


sabato 2 marzo 2019

Every emotion.

A volte trovi quella canzone che comprende perfettamente il tuo stato d'animo.
A volte vorresti piangere, ma hai la sensazione che il tuo cuore non riuscirà a reggere il peso delle emozioni, come se fosse lì sul punto di scoppiare, per poi spegnersi, abbandonarti.
Così mi sento.
Voglia di piangere, forse per la felicità, forse per cacciare fuori i residui delle emozioni, o forse semplicemente per sentirmi viva.
Perchè sono consapevole di essere viva.
Non esisto più, vivo.

Era tanto che non mi sentivo viva, ed è tutto così strano, ignoto.
Come se fossi stata chiusa in una bolla per anni.
Respirare, sentire nuovamente tutto.
Ecco da dove nasce l'ansia.

L'ansia di vivere, perchè sai che se sbagli, cadi, e ti ferisci.



E' difficile sentirsi amata, terribilmente difficile, non credevo fosse così difficile.
Non credevo nemmeno di meritarlo.

Come si fa...?